Morto in Marocco 3 mesi fa, nessuno paga per rientro salma in Italia

Lunedì 15 Dicembre - 06:11

É morto per un attacco di cuore e a distanza di tre mesi dal decesso la salma è ancora in una cella frigorifero di Agadir, in Marocco, perché nessuno paga le spese per riportarla in Italia o per seppellirlo nel paese del nord Africa. É la storia del 59enne Michael Oberkofler, originario di Laives, in Alto Adige, e ora un suo amico ha lanciato una raccolta fondi su Facebook per trovare una soluzione. Oberkofler, racconta il quotidiano 'Alto Agide', era malato da tempo ed è morto il 2 settembre: la polizia l'ha trovato nella sua auto riverso sul volante. Il 59enne si era trasferito in Marocco dopo la morte dei genitori e del fratello, aveva venduto la casa di famiglia a San Giacomo e aveva pagato alcuni debiti. Non è chiaro se avesse lasciato delle pendenze o meno nel nostro paese, fatto sta che per riportarlo in Italia servono 4.500 euro e non ci sono parenti che vogliano pagarli. Per seppellirlo ad Agadir, invece, servono 1.500 euro e anche in questo caso nessuno si è fatto avanti. La salma, dunque, è ancora nell'obitorio del cimitero della città marocchina. A lanciare la petizione è stato Salah Eddine Hajou, un amico di Oberkofler che è originario di Marrakech, la città dove si era trasferito il 59enne. Bisogna dare a Oberkofler "una dignitosa sepoltura, mi sembra doveroso e lo dico da credente. Può aver anche commesso degli errori, ma nessuno può essere trattato così, lasciato per mesi in un frigo di un obitorio" ha dichiarato l'uomo, chef di professione che vive a Nizza dopo aver lavorato per anni a Bolzano, appellandosi al sindaco di Laves e all'assessore provinciale al sociale. Ad Agadir - scrive ancora il quotidiano - Oberkofler si era appoggiato al consolato in cerca di aiuto "per il visto scaduto, grane legali da risolvere tra il Marocco e l'Italia e una situazione economica disastrosa". Viveva per strada e il consolato gli aveva anche trovato una sistemazione, pagandogli pranzo e cena: "Abbiamo cercato di aiutarlo in tutti i modi. Gli dicevo: torna in Italia, che ci resti a fare qui? Ma lui era irremovibile. Diceva che voleva andarsene al sud e sparire nel deserto", ha detto al giornale la viceconsole onoraria Antonella Bertoncello.

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